All'alba la polizia si presenta novamente in Piazza Oberdan. Vengono eseguiti nuovi controlli sui documenti di tutti i rifugiati, e cinque di loro (che negli ultimi controlli erano risultati in regola) vengono portati in questura per essere poi laciati liberi nel primo pomeriggio. Viene "consigliato" ai rifugiati di andare a dormire in un parco o in un altra piazza, ma lontana dal centro cittadino per evitare che siano visibili, in caso contraio i controlli di polizia saranno quotidiani, fino allo sfinimento. I rifugiati rispondono di non avere problemi, e che li aspetteranno ogni mattina.
Sabato 16 Maggio 2009
Ennesima intimidazione: alle 7.40 di mattina due rifugiati che stavano dormendo in Piazza Oberdan vengono caricati in una macchina della polizia e portati in commissariato, dove sono stati messi in una cella, percquisiti e sequestrati tutti i documenti ed oggetti personali. Vengono controllate le loro generalità e dato che i due non sono nell'elenco dei rifugiati riconosciuti nelle settimane scorse gli viene intimato di andarsene lontani dal centro a dormire e di non farsi più vedere di Piazza Oberdan se vogliono evitare guai.
Mercoledì 13 Maggio 2009
Alle h.16.30 parte dai giardini di porta Venezia il corteo dei rifugiati con il Comitato in supporto ai rifugiati politici, il percorso passa dalla circonvallazione interna e arriva fino alla prefettura. Centinaia di persone scendono nuovamente in piazza per le vie di Milano, per continuare con forza a chiedere diritti e dignità per tutti. Arrivati davanti alla Prefettura, alle h.18.00 comincia il presidio contro il pacchetto sicurezza, in discussione alla Camera.
Lunedì 11 Maggio 2009
La questura di Milano nega ai rappresentati del "Comitato in supporto ai rifugiati politici di Milano", di far passare il corteo, previsto per mercoledì pomerigio, per le vie del centro trovando come scusa che, i cittadini del Corno D'Africa, si siano resi responsabili di diverse mobilitazioni nei giorni precedenti.
Inoltre è stato consegnato ad alcuni di loro un foglio che li invita a presentarsi davanti alla Commissione Nazionale per il Diritto d'Asilo, e che l'informa dell'avvio del procedimento di revoca dello status di rifugiato politico.
Sabato 09 Maggio 2009
I rifugiati politici organizzano un corteo da Porta Venezia a Stazione Centrale per affermare che i diritti e la dignità non si possono calpestare, com'è avvenuto ogni giorno nei dormitori notturni che sono offerti dal Comune di Milano come unica soluzione.
I rifugiati avevano abbandonano i dormitori giovedì e ricominciato la mobilitazione permanente.
Giovedì 07 Maggio 2009
I rifugiati escono dai dormitori: le promesse del comune non vengono mantenute. Da questa notte in poi i rifugiati dormiranno in Piazza Oberdan.
Mercoledì 06 Maggio 2009
Nel pomeriggio si svolge un incontro-dibattito su "La condizione dei rifugiati politici, tra dignità, diritti e rivolta", a cui partecipano numerosi avvocati esperti di diritti dei rifugiati e di politiche di accoglienza e protezione, oltre ai rifugiati e al comitato di Torino e le realtà milanesi che li hanno supportati.
Mercoledì sera con un'assemblea pubblica, al Centro Sociale Cantiere, tra diverse realtà, associazioni e singoli insieme ai rifugiati politici di Milano si è costituito un comitato in solidarietà e supporto per i rifugiati politici della nostra città.
Venerdì 25 Aprile 2009
I rifugiati partecipano al corteo per la festa della liberazione, con lo stiscione "We are refugees, victims of fascism and racism. 25 april is freedom of human being". Nel corso dell'iniziativa "Partigiani in ogni Quartiere" i rifugiati raccontano la loro esperienza con un intervento dal palco
Giovedì 24 Aprile 2009
Polizia, carabinieri e finanzieri in assetto antisommossa circondano il gruppo di rifugiati ai giardini di Porta Venezia che dopo un paio d'ore viene caricato sui pullman e portato al commissariato di Quarto Oggiaro per ripetere tutte le identificazioni. Dopo una lunga trattativa Il comune ha accettato di incontrarli collettivamente ma non riesce a formulare una proposta soddisfacente: applicheranno finalmente la legge che prevede il programma di SPRAR ovvero posti letto nei dormitori per otto mesi, separando però gli uomini dalle donne, poichè nella città di Milano non sono previsti dormitori familiari, andando contro le legittime richieste dei rifugiati. Ancora una volta il comune nega i diritti fondamenteli di queste persone, che accettano ma solo per "un periodo di prova" di 15 giorni, per valutare la validità dell'accordo.
Mercoledì 23 Aprile 2009
I rifugiati annunciano un corteo, ed in poche ore centinaia di persone tra rifugiati, migranti e abitanti della metropoli si radunano in Corso Venezia. Il corteo si snoda per le vie del centro al grido di "Yes we can", "We want our rights" e "No border, no nation, stop deportation", per culminare in un presidio in piazza San Babila. Da lì una delegazione di rifugiati ha ottenuto di recarsi alla Fondazione delle Stelline in corso Magenta, dove hanno sede gli uffici della Commissione Europea. Una volta tornata, la delegazione annuncia che, poichè l'Unione Europea stanzia già milioni di euro, la Commissione ha dichiarato di non poter far nulla se non delle pressioni sul Comune di Milano, vero responsabile della mancanza della casa, dei diritti, e del lavoro. Intorno alle 20, dopo aver comunicato a tutti la notizia, i rifugiati decidono di accettare la proposta di un dormitorio a condizione che possano restare tutti insieme e che la comunità non venga divisa. Quando sembra raggiunto un accordo insieme ai pullman speciali del trasporto dell'atm (con grate ai finestrini) arrivano anche due camionette della polizia e la notizia che un dormitorio "comune" non c'è e che uomini e donne saranno divisi. Ma a questo punto i migranti decidono di non accettare più la proposta e di tornare ai giardini di Porta Venezia a passare la notte.
Martedì 21 Aprile 2009
Sin dall'alba polizia e carabinieri in assetto antisommossa circondano lo stabile di Bruzzano. Un gruppo che cercava di raggiungere l'occupazione viene fermato e occupa i binari della stazione FN per protesta. I rifugiati partono con due cortei per cercare di riunirsi e ci riescono nonostante le prime cariche. All'altezza dell'uscita di Cormano-Bresso la polizia carica nuovamente. Alcune persone sono ferite, due rifugiati hanno la faccia tumefatta
Domenica 19 Aprile 2009
Proseguono i lavori: vengono appesi diversi striscioni in più lingue, con le parole d'ordine "Siamo rifugiati, vogliamo solo che vengano rispettati i nostri diritti" e vengono distribuiti nei palazzi vicini i volantini con il comunicato dell'assemblea del giorno precedente.
Sabato 18 Aprile 2009
Nel corso di un'assemblea e i rifugiati decidono di continuare l'occupazione: cominciati i lavori per mettere in sicurezza lo stabile e per attrezzarlo a scopo abitativo. Grazie la solidarietà di tente e tanti arrivano i primi aiuti
Venerdì 17 Aprile 2009
Nella mattina venerdì circa 200 rifugiati politici e richiedenti asilo eritrei, somali, sudanesi ed etiopi occupano uno stabile dismesso a Bruzzano, alle porte di Milano. La palazzina è un ex residence di 7 piani abbandonato da tempo. Con questa occupazione i migranti rivendicano il loro diritto ad avere una casa e una dignità. Un diritto alla vita e che viene sempre meno riconosciuto e garantito, nonostante lo status di "rifugiati politici".
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