sabato 16 maggio 2009

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Comunicato per la costruzione di uno spezzone di rifugiati politici nel corteo del 23 Maggio:


Sempre più spesso nel corso degli ultimi anni in diverse città italiane si è iniziato a parlare del "caso rifugiati". A Pianura; a Torino dove da tre anni gruppi di rifugiati e rifugiate stanno sostenendo una dura lotta contro l'amministrazione locale per il riconoscimento dei propri diritti di cittadinanza (e resistono ad oggi due case occupate, via Bologna e corso Peschiera dove vivono circa 300 cittadini provenienti da Sudan, Somalia, Etiopia ed Eritrea), a Massa dove questo inverno stanchi dell'immobilismo delle istituzioni diversi rifugiati hanno occupato una statale scontrandosi duramente con le forze dell'ordine; a Milano dove dopo lo sgombero di uno stabile occupato a Bruzzano da centinaia di persone provenienti dal corno d' Africa, l'unica risposta del Comune è stata la "garanzia" di alcuni mesi di dormitorio.; a Rieti, dove gruppi di giovani Eritrei si sono opposti alla scadenza dei progetti di protezione nei quali erano stati inseriti.

L'Italia:
- paese firmatario della Convenzione di Ginevra del 1951 sui
rifugiati, la pietra miliare del diritto internazionale dei rifugiati
- continua ad essere l'unico paese dell'Unione Europea sprovvisto di una legge organica sull'asilo, con gravi conseguenze sulla condizione di rifugiati, titolari di protezione umanitaria e richiedenti asilo.
Intanto nel 2008 sono state presentate circa 30mila domande di asilo politico (circa il 50% ha avuto riconosciuta una forma di protezione), un numero che ha portato l'Italia ad essere il quarto paese al mondo per numero di richieste, a fronte di un sistema SPRAR(il programma di assistenza decentrato per i richiedenti asilo) che garantisce 6000 posti ogni anno (3000 circa ogni 6 mesi, che è l'effettiva durata di un progetto).
Basterebbero questi dati a mettere in luce un sistema assolutamente inefficiente a livello nazionale, influenzato anche da alcune normative internazionali come la convenzione di Dublino, che legano il rifugiato al Paese nel quale ha presentato la domanda: per molti e molte rifugiat* l'Italia sarebbe semplicemente un passaggio verso altri paesi europei.
Unitamente a tutto questo ci sono poi le grandissime responsabilità dei livelli di governance locale, incapaci di garantire i diritti minimi di cittadinanza: a Milano la risposta è stata la repressione e la marginalizzazione dei bisogni espressi con l'occupazione di Bruzzano;
a Torino prima i giochi da politicanti di palazzo della giunta
(Assessore alle politiche Sociali -Marco Borgione- in testa) e della Prefettura tutti volti a schivare le proprie responsabilità reali e poi la violenza e le intimidazioni delle forze dell'ordine.
E così ogni volta che l'esasperazione, la stanchezza, le speranze deluse e soprattutto la rabbia porta giovani rifugiat* ad alzare la testa, rompendo quell'aura di compatibilità in cui il senso politico comune li vorrebbe confinati, i media parlano del "caso", scoprono che per stare in mezzo ad una strada senza alcun diritto riconosciuto un immigrato non deve per forza essere un clandestino e le istituzioni nazionali e locali dimostrano tutta la loro ipocrisia condita da un misto di non-volontà ed incapacità di dare risposte concrete ai bisogni essenziali che questi uomini e queste donne pongono.
Non ci interessa distinguere tra chi ha un documento e chi invece no, consapevoli che la crisi e il razzismo delle istituzioni colpiscono tutti e tutte allo stesso modo, e il permesso di soggiorno o l'asilo politico rappresentano esclusivamente dei diritti di carta.
Vediamo nel momento di piazza del 23/5 a Milano un primo possibile passaggio di ricomposizione delle istanze di lotta e liberazione dal razzismo e dallo sfruttamento verso i migranti. Dentro questo corteo, vogliamo però provare a costruire uno spezzone che provi a tenere insieme, a far parlare nelle diverse lingue d'origine uomini e donne rifugiati, protagonisti di diverse lotte sui territori che però parlano tutte lo stesso linguaggio, che è quello di una dignità negata che vuole emergere con tutta la sua forza.

CASA LAVORO RESIDENZA

CONTRO IL PACCHETTO SICUREZZA | CONTRO LA NUOVA POLITICA GOVERNATIVA DEI RESPINGIMENTI IN MARE | CONTRO IL RAZZISMO | PER I DIRITTI DI CITTADINANZA | PER LA SOLIDARIETÀ ATTIVA CON LE LOTTE DI MIGRANTI E RIFUGIAT*


Comitato in solitarietà ai rifugiati e migranti di Torino
Comitato in supporto ai rifugiati politici di Milano

Sabato 16 Maggio 2009: mobilitazione dei rifugiati in P.ta Venezia

Sabato 16 Maggio 2009

Questa mattina c'é stata l'ennesima intimidazione da parte delle forze dell'ordine: alle 7.40 di mattina due rifugiati che stavano dormendo in Piazza Oberdan sono stati caricati in una macchina della polizia e portati in commissariato, dove sono stati messi in una cella, percquisiti e sequestrati tutti i documenti ed oggetti personali. Dopo che sono stati controllate le loro generalità e poichè i due nonc comparivano nell'elenco dei rifugiati riconosciuti nelle settimane scorse gli viene intimato di andarsene lontani dal centro a dormire e di non farsi più vedere di Piazza Oberdan se vogliono evitare guai.

Oggi pomeriggio i rifugiati insieme al "Comitato in supporto ai rifugiati politici" hanno organizzato un'iniziativa di informazione in Porta Venezia, distribuendo volantini con la cronistoria di tutte le mobilitazioni e l'appello verso la mobilitazione del 23 maggio per la costruzione di uno spezzone dei rifugiati politici

mercoledì 13 maggio 2009

Corteo per le vie di Milano e presidio contro il pacchetto sicurezza

Alle h.16.30 parte dai giardini di porta Venezia il corteo dei rifugiati con il Comitato in supporto ai rifugiati politici, il percorso passa dalla circonvallazione interna e arriva fino alla prefettura. Centinaia di persone scendono nuovamente in piazza per le vie di Milano, per continuare con forza a chiedere diritti e dignità per tutti. Durante la manifestazione viene distribuito il comunicato del comitato che prende parola contro il divieto della Questura di far attraversare il centro al corteo dei rifugiati (usando come motivazione il disordine pubblico che si potrebbe arrecare ai commercianti) e la convocazione a Roma per 4 di loro, perchè è stato avviato l'iter per verificare la possibilità di revocare lo status di rifugiato politico. Viene rilanciata anche la partecipazione al corteo nazionale per i diritti dei migranti del 23 maggio a Milano, con la presenza di uno spezzone dei rifugiati politici di Milano e Torino.

Arrivati davanti alla Prefettura, alle h.18.00 comincia il presidio contro il pacchetto sicurezza, in discussione alla Camera proprio oggi.

lunedì 11 maggio 2009

DAI DIRITTI NEGATI AL DIRITTO REVOCATO?

DAI DIRITTI NEGATI AL DIRITTO REVOCATO?


Oggi pomeriggio la Questura di Milano ha notificato a quattro rappresentanti dei rifugiati politici del Corno d’Africa – protagonisti in queste settimane di una determinata lotta per i loro diritti – l’invito a presentarsi davanti alla Commissione Nazionale per il Diritto d’Asilo a Roma e la comunicazione dell’avvio del procedimento di revoca dello status di rifugiato politico.

Allo stesso tempo la Questura ha negato – ai rappresentanti del “Comitato milanese di supporto ai rifugiati politici” - l’autorizzazione ad un corteo che passasse per il centro di Milano. Divieto motivato con i rischi per l’ordine pubblico che rappresentano proprio quei rifugiati che hanno dato tanto fastidio nei giorni scorsi tanto da sollevare telefonate “dei cittadini, dell’Unione commercianti, dell’Assessorato regionale per il commercio”.

Riteniamo entrambi questi atti estremamente gravi e provocatori.

Da una parte si minacciano i rifugiati che hanno “osato rivendicare” i propri diritti, mettendoli di fronte al rischi della loro espulsione. Magari verso quegli stessi paesi dai quali sono fuggiti.

Una pressione vergognoso che ha motivazioni solamente politiche e che colpisce oggi i rifugiati “di Bruzzano” per mandare un messaggio a tutte/i: “smettete di protestare, o la nostra ‘accoglienza’ diventerà repressione”.

Con questo provvedimento di divieto del corteo in corteo in centro si cerca di confinare la protesta lontano dai luoghi ‘sensibili’ della città: i negozi! In questo modo si anticipa quella Direttiva Maroni che vuole nascondere le proteste e rendere sempre meno praticabile il diritto di manifestare.

Scelte pericolose e poco lungimiranti che non risolveranno alcun conflitto, rendendo sempre più complicato affrontare le contraddizione di una grande metropoli come Milano.

Noi continueremo a sostenere i rifugiati e insieme a loro continueremo a portare la protesta nelle strade di Milano.

Non saranno i nostri divieti a fermarci!

Facciamo appello a tutte/i le/i cittadine/i di Milano a manifestare con noi e a non lasciare soli i rifugiati nella richiesta di diritti e dignità.

Comitato in supporto ai rifugiati politici di Milano

sabato 9 maggio 2009

Rifugiati in Corteo fino alla Stazione Centrale! per la dignità, no ai dormitori!

I rifugiati politici Eritrei, Etiopi, Somali e Sudanesi che avevano occupato la palazzina di via Senigallia, oggi sono tornati per le strade di Milano.
Un corteo da Porta Venezia a Stazione Centrale per affermare che i diritti e la dignità non si possono calpestare, come avviene ogni giorno nei dormitori notturni che sono offerti dal Comune di Milano come unica soluzione.
I rifugiati hanno abbandonato i dormitori giovedì e ricominciato la mobilitazione permanente.



Videocomunicato dei rifugiati politici di Milano

Guarda il video Rifugiati di Milano